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Patologie, Terapia dietetica

La dieta come supporto nel trattamento dei pazienti affetti da osteoartrite.


mercoledì 16 giugno 2021


La dieta come supporto nel trattamento dei pazienti affetti da osteoartrite

L'osteoartrite è una malattia articolare degenerativa caratterizzata da alterazioni patologiche delle articolazioni associate a degenerazione e perdita di collagene e proteoglicani. I principali segni clinici sono dolore, rigidità, zoppia associata a perdita della funzionalità delle articolazioni colpite

Questa patologia può colpire animali adulti di qualunque età, ma la vecchiaia, insieme all'obesità, rientra tra i fattori di rischio più comuni.

L'osteoartrite può essere classificata in primaria o secondaria. Nella primaria la causa generalmente non è nota ed è riscontrabile più frequentemente in alcune razze come rottweiler, pastore tedesco, labrador e golden retriver. La forma secondaria è dovuta ad altre patologie o condizioni sottostanti come, anomalie articolari congenite, o acquisite, traumi o infezioni che, associate all'avanzare dell'età e al sovrappeso, portano l'animale a sviluppare osteoartrite.

Anche i gatti possono esserne colpiti e anche in questa specie l'obesità e l'età rientrano tra i fattori di rischio più comuni.

La diagnosi viene effettuata mediante radiografie e il trattamento di questa patologia richiede un approccio multimodale in cui la nutrizione riveste una parte importante. L'eventuale chirurgia, l'utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei, la fisioterapia e il controllo del peso, sono gli altri approcci che, singolarmente o associati tra loro, devono essere utilizzati nella gestione dell'osteoartrite.

Essendo questa patologia solitamente irreversibile, lo scopo della terapia deve essere quello di ridurre il dolore e i segni clinici, nonché rallentare la progressione della malattia.

Durante la visita clinica è fondamentale che il medico veterinario valuti anche il BCS dell'animale per capire se è in sovrappeso, o obeso, e quale sia il suo peso ideale.

Infatti, oltre ad essere un'alimentazione adeguata all'età del paziente, la dieta scelta per l'animale deve avere anche come scopo quello di fargli raggiungere e mantenere il suo peso forma e fornire nutrienti specifici che possono aiutare a ridurre l'infiammazione e il dolore, rallentando il processo di degradazione articolare.

L'obesità, oltre ad essere uno dei fattori di rischio per lo sviluppo di osteoartrite, aggrava anche la sintomatologia clinica e facilita la progressione della patologia.

Il primo passo deve essere quindi quello di calcolare correttamente il fabbisogno energetico dell'animale usando come riferimento il peso ideale, e non il peso attuale dell'animale, nonché inserendo eventuali fattori di correzione atti a far dimagrire il paziente.

Nel caso in cui il cane o il gatto debba perdere peso, la dieta dovrebbe tenere conto dei fattori nutrizionali chiave per l'obesità.

A tal proposito vi consigliamo la lettura dell'articolo: Dieta casalinga per un animale obeso: i fattori nutrizionali chiave per ottenere dei buoni risultati

Oltre a questi, ovviamente, il piano nutrizionale dovrebbe includere anche le linee guida per apportare benefici specifici per l'osteoartrite.

Riportiamo qui di seguito una tabella tratta dallo Small Animal Clinical Nutrition dove sono riportati i fattori nutrizionali chiave per gli alimenti destinati ai cani affetti da osteoartrite.

FATTORE
DOSAGGIO CONSIGLIATO

Totale omega 3
3,5-4 %

EPA
0,4-1,1%

Rapporto omega 6-omega 3
1:1

L-carnitina
>300 mg/kg di S.S di alimento

Glucosammina
<=0,1%

Condroitin solfato
<=0,08%

Vitamina E
>400 U.I./kg di S.S. di alimento

Vitamina C
>100 U.I/kg di S.S. di alimento

Selenio
0,5-1,3 mg/kg di S.S. di alimento

Fosforo
O,3-0,6%

Sodio
0,2-0,4%



Note: I dati sono espressi su sostanza secca dell'alimento.

L'inserimento nella dieta di un'elevata concentrazione di omega 3, ed in particolar modo di EPA e DHA, ha lo scopo di contrastare l'infiammazione presente in corso di osteoartrite, diminuendo la concentrazione di acido arachidonico presente sulle membrane cellulari. La conseguenza è la riduzione della sintetizzazione di eicosanoidi pro-infiammatori derivanti dall'acido arachidonico a favore della produzione di eicosanoidi derivati dall'EPA, ad attività antinfiammatoria.

Inoltre, studi in vitro sulla cartilagine canina hanno evidenziato come quella esposta all'acido eicosapentanoico subisse una minor degradazione.

Nei numerosi studi effettuati sull'utilizzo di omega 3 in animali affetti da osteoartrite i dosaggi utilizzati sono stati molto diversi e le percentuali indicate in tabella rappresentano un riassunto di quelli che sembrano aver apportato i migliori benefici.

Bauer nell'articolo che ha pubblicato sui dosaggi di omega 3 da utilizzare nelle diverse patologie specifica che, in base agli studi effettuati, il dosaggio minimo utile in corso di osteoartrite è di 230 mg/kg di peso metabolico dell'animale. Tuttavia, questo autore consiglia come formula di riferimento 310 mg/kg di peso metabolico dell'animale.

Anche il rapporto omega 6:omega 3 degli acidi grassi presenti nella dieta sembra avere un ruolo fondamentale nel migliorare il quadro infiammatorio, infatti nella tabella precedente viene consigliato un rapporto inferiore ad 1:1.

Tuttavia, prima di arrivare ad un rapporto così basso, il veterinario dovrebbe mettere sul piatto della bilancia i rischi e i benefici del suo utilizzo.

Un eccesso di omega 3, soprattutto se associato ad un rapporto omega 6:omega 3 inferiore ad uno, può portare ad effetti collaterali anche gravi, come un'alterazione della funzione piastrinica, il rischio di sanguinamento, problemi gastrointestinali, nonché un'alterazione della risposta immunitaria del paziente.

L'utilizzo della L-carnitina, in animali con osteoartrite, è principalmente collegato alla necessità di perdere peso che hanno la maggior parte dei pazienti affetti da questa patologia.

Questo derivato amminoacidico svolge un ruolo fondamentale nel favorire la perdita peso poiché risulta coinvolto in numerosi processi fisiologici legati al metabolismo dei grassi e alla produzione di energia a partire da essi.

L-carnitina, infatti, favorisce l'ossidazione dei grassi e il loro utilizzo come fonte energetica, nonché aiuta a mantenere la massa magra durante la perdita di peso nei cani.

Anche nel gatto obeso, il suo utilizzo ha portato evidenti benefici durante il dimagrimento, tra cui una maggior rapidità nella perdita del peso.

Per supportare la rigenerazione della cartilagine articolare, e ridurre la terapia con antinfiammatori non steroidei, c'è una costante ricerca di alimenti funzionali che possano offrire un supporto nutrizionale negli animali affetti da osteoartrite.

Tra le molecole più studiate e più utilizzate rientrano la condroitina solfato e la glucosamina. Esse costituiscono la cartilagine articolare e la loro somministrazione in animali affetti da osteoartrite sembra favorire la rigenerazione delle cartilagini.

Tuttavia, quando somministrate per via orale, la loro biodisponibilità risulta abbastanza limitata e varia notevolmente in base alla purezza del prodotto, alla loro concentrazione e al peso molecolare.

Inoltre, gli studi effettuati hanno dato risultati contrastanti sui reali benefici del loro utilizzo ma, essendo sostanze tollerate molto bene da cani e gatti e praticamente prive di effetti collaterali, la maggior parte dei veterinari ne consiglia la somministrazione in pazienti affetti da osteoartrite.

I dosaggi suggeriti sono diversi a seconda degli autori e degli studi che ne documentano gli effetti positivi. Attualmente la miglior evidenza nei cani suggerisce che fornire 25-50 di glucosamina e 15-40 mg di condroitina solfato per kg di peso corporeo dell'animale può portare giovamento ad alcuni pazienti con osteoartrite.

L'aumento del contenuto di vitamina C, vitamina E e selenio nella dieta viene consigliato per la loro azione antiossidante.

La vitamina C e la vitamina E, riducendo la produzione di ROS, sembrano aiutare a ridurre il danno alle cellule sinoviali, mentre il selenio, essendo un componente della glutatione perossidasi, favorisce l'azione di questo enzima nella difesa dell'organismo dallo stress ossidativo.

Anche per ciò che riguarda il loro dosaggio, ad oggi, non ci sono linee guida unanimi e precise.

Per la vitamina E uno dei dosaggi riportati in letteratura è di 2,5 mg/ kg di peso corporeo dell'animale.

BIBLIOGRAFIA:
- Bauer, JE. Therapeutic use of fish oils in companion animals. JAVMA. 2011;239(11):1441
- Comblain F, Serisier S, Barthelemy N, Balligand M, Henrotin Y. Review of dietary supplements for the management of osteoarthritis in dogs in studies from 2004 to 2014. J Vet Pharmacol Ther 2016 Feb;39(1):1-15
- MS Hand, CD Thatcher, RL Remillard, P Roudebush & BJ Novotny. Small Animal Clinical  Nutrition 5th edition. ed.   2010, chapter 34
- Delaney SJ & Fascetti AJ.  Applied Veterinary Clinical Nutrition, 2012, chapter 10


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